Come e quando dire “grazie”, secondo il galateo.
Il galateo, come abbiamo visto nelle regole di qualità del linguaggio, consiglia sempre di abbondare con le espressioni di cortesia, come “grazie”, “prego”, “mi scusi”, ormai d’uso sempre meno comune e indice di profonda educazione; “grazie“, in particolare, è una parola del nostro vocabolario che non dovremmo mai stancarci di usare. Un “grazie”, rivolto con affetto e riconoscenza a chiunque si prenda cura di noi (nella vita privata oppure offrendoci un servizio), non è un semplice gesto discrezionale, ma un vero e proprio dovere.
Abbondare, tuttavia, non significa comunque esagerare: se abbiamo già ringraziato il cameriere per averci portato il piatto in tavola, non sarà di certo opportuno ringraziarlo nuovamente ogni volta che verserà il vino, porterà il sale, cambierà le posate: questo atteggiamento, infatti, anziché sottolineare la nostra educazione, non farebbe altro che farci apparire come persone monotone e fastidiose.
Il galateo classico, a tal proposito, consiglia di non ringraziare mai chi sta svolgendo il proprio lavoro, ma soltanto chi sta offrendo un servizio aggiuntivo.
In base a questa direttiva, non si dovrebbero ringraziare ad esempio:
- Un cameriere che sostituisce un piatto in tavola.
- Un barista che ci porge la tazzina del caffè o la bevanda che abbiamo richiesto.
- Il cassiere di un negozio o di un ristorante.
Si dovrebbero, invece, ringraziare sempre:
- Un cameriere che raccoglie e sostituisce una posata che ci è caduta a terra.
- Un barista che ci offre un cioccolatino con il caffè.
- Un commesso che ci regala un omaggio per il nostro acquisto.
“Grazie“, infine, secondo il galateo, è una parola che non necessita di rafforzativi: quando ci verrà offerto qualcosa, pertanto, si risponderà semplicemente “Si, grazie” per accettare e “No, grazie” per rifiutare. Tutte le altre espressioni amplificate, come “Grazie mille” o “Grazie infinite”, saranno da evitare.
Mariarita.
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