Cortesie da tavola – Seconda parte

Cortesie da tavola – Seconda parte

Le moderne regole del galateo a tavola erano ispirate, già nel XIII secolo, dalle “Cinquanta cortesie da tavola” di Bonvesin de la Riva.

In quest’articolo proseguiremo l’analisi delle principali regole di galateo moderno della tavola già presenti, nel 1220, nell’opera “Cinquanta cortesie da tavola” di Bonvesin de la Riva. Vi invitiamo alla lettura del precedente articolo per una breve introduzione storica sull’argomento trattato.

Prima di tossire o starnutire è sempre bene assumere ogni precauzione, voltandosi e tenendosi lontano dalla tavola (dalla cortesia numero 17).
La diciassettesima poi è: quando starnutisci
o quando ti coglie la tosse, attenzione a quello che fai.
Sii cortese, voltati dall’altra parte,
affinché la saliva non cada sulla tavola.
Non essere ingordi (dalla cortesia numero 18).
La diciottesima è questa: quando l’uomo si sente bene,
non faccia, chiunque sia, pane del companatico.
Colui che è ghiotto di carne, di uova o di formaggio,
anche se ne avesse in abbondanza, non deve esagerare.
Non criticare il cibo, nel rispetto della padrona di casa (dalla cortesia numero 19).
La diciannovesima cortesia è questa: non criticare i cibi
quando sei ospite ai banchetti, ma dì che sono tutti buoni.
Ho già trovato molti uomini con la brutta abitudine,
di dire: “Questo è mal cotto” o “Questo è insipido”.
Mai curiosare nel piatto altrui, se non per imparare (dalla cortesia numero 20).
E la ventesima è questa: curati del  tuo piatto;
non guardare nel piatto degli altri se non per imparare.
Chi serve deve controllare che non manchi nulla,
ma se non lo facesse non sarebbe corretto.
Assumere sempre la porzione di cibo più vicina sul piatto di portata, evitando di spostare le pietanze alla ricerca del pezzo migliore (dalla cortesia numero 21).
La ventunesima è questa: non mescolare tutto insieme
carne o uova o cibo simile.
Chi rimescola cercando il meglio sul tagliere,
è ineducato e disturba il vicino di tavola.
Evitare di inzuppare biscotti o brioche troppo friabili nel cappuccino o altre bevande: le briciole e i residui a fondo tazza sono poco piacevoli alla vista degli altri (dalla cortesia numero 23).
La ventitreesima: non mettere pane nel vino,
se nel tuo stesso bicchiere bevesse fra Bonvesino.
Se  qualcuno volesse inzuppare nel vino bevendo con me
da un unico bicchiere, io, da parte mia, potendo non berrei con lui.
L’uomo a tavola è sempre tenuto a servire le signore (dalla cortesia numero 25).
L’altra è: chi stesse mangiando da un tagliere con donne,
deve tagliare la carne per sé e per loro.
L’uomo deve essere più premuroso, più sollecito e servizievole
della donna che per riservatezza non è in grado di esserlo.
Concedere sempre le migliori porzioni agli ospiti (dalla cortesia numero 26).
La ventiseiesima: sii molto cortese
quando il tuo buon amico mangia alla tua tavola.
Tagliando carne pesce o altre buone pietanze,
scegli per lui la parte migliore.
Non obbligare mai gli ospiti a mangiare, se non lo desiderano (dalla cortesia numero 27).
L’altra che segue è questa: non devi essere insistente
con l’amico a casa tua perché beva o mangi;
devi accoglierlo bene e fargli bella cera
e metterlo a suo agio in ogni senso.
Non toccare, a tavola, parti intime, come naso, orecchi o capelli (dalla cortesia numero 32).
L’altra che viene è questa: le tue mani siano pulite,
non devi mettere né le dita nelle orecchie né le mani sulla testa.
L’uomo che mangia non deve
frugare con le dita in parti sporche.

Concluderemo l’analisi delle restanti regole di galateo nella terza parte.

Mariarita.

Cortesie da tavola - Seconda parte

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