Il personal branding è una disciplina che insegna a pensare a noi stessi come un prodotto commerciale, applicando ad esso le moderne strategie di marketing.
L’espressione personal branding indica la capacità di promuovere se stessi, con lo scopo di essere graditi o appetibili nei confronti di una comunità di consociati (per poi essere, infine, scelti), con modalità simili a quanto avviene, in campo economico, con i prodotti commerciali.
Questa disciplina, dunque, insegna a pensare a noi stessi come un prodotto commerciale, applicando ad esso le moderne strategie di marketing.
Il personal branding, dunque, a differenza di altre discipline, non si concentra solo sullo sviluppo delle qualità personali, ma anche (e soprattutto) sulle modalità di promozione: serve a ben poco, infatti, avere doti uniche o eccellere in un particolare campo, se poi le altre persone non sono a conoscenza del nostro talento.
Attenzione, però, a non confondere la promozione con la vendita: il personal branding, infatti, non ci insegna a imporre noi stessi come prodotto, bensì a renderci fortemente desiderabili.
Teniamo presente, dunque, che la scelta finale non avverrà mai esclusivamente in base alle nostre qualità e capacità: la maggior parte del peso lo avrà la nostra reputazione, perché è proprio questa il vero prodotto che viene acquistato dal cliente.
La reputazione, se proprio vogliamo dare una definizione del termine, è la considerazione che hanno gli altri di noi, convenzionalmente sentita come retta misura della qualità del nostro lavoro (che, in ogni caso, è indispensabile).
Non c’è nulla di strano in questo tipo di comportamento: il moderno marketing ci insegna, infatti, che la scelta dei prodotti avviene oggi attraverso l’analisi dei feedback degli utenti, a differenza del periodo aureo della pubblicità in cui erano i mass media a imporci le scelte.
Nessuno, ormai, compra più un prodotto senza prima leggere un buon numero di recensioni lasciate dagli altri acquirenti; la stessa cosa vale anche per noi stessi: nessun datore di lavoro o cliente ci sceglierà se non abbiamo un numero di feedback positivi sufficientemente elevato da garantire le nostre reali competenze. E non si tratta, in questo caso, delle sole care e vecchie referenze, ma della somma di esse con la nostra attuale reputazione in rete (oggi, del resto, “siamo quello che Google dice che noi siamo”).
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