Il lutto, uno dei momenti più tristi della nostra vita.
Telegramma: è opportuno solo per le famiglie dei conoscenti, con cui non si hanno rapporti stretti; per le persone vicine (amici stretti o parenti) è sempre necessario il biglietto di condoglianze.
Biglietto: rigorosamente scritto a mano non deve contenere frasi fatte, sempre sconsigliate dal galateo, come il semplice e freddo “Condoglianze“, o ancor peggio la sigla “P.c.” (per condoglianze).
In situazioni più formali, il biglietto può essere sostituito dalla partecipazione sul giornale: solo nomi e cognomi, senza alcun titolo, e, nel caso di una coppia, con il nome del marito che precede sempre quello della moglie, prima del cognome.
Necrologio: deve essere semplice e discreto.
Al funerale sono d’obbligo colori scuri o neutri, cravatte poco vistose per l’uomo e scarpe chiuse, anche d’estate, per la donna.
In chiesa non si fanno presentazioni, conversazioni ed è vietato ogni atteggiamento di curiosità.
Gli occhiali da sole possono essere indossati dalle persone più afflitte, per coprire i segni del dolore, e tenuti durante eventuali conversazioni (unica eccezione ad una regola rigida del galateo, che impone di levarli, sempre, parlando con una persona).
Qualche tempo dopo il rito funebre, è sempre necessario fare i ringraziamenti, ricorrendo al manifesto di ringraziamento, al più tradizionale biglietto listato a lutto, oppure ad un biglietto da visita siglato a mano con “P.r.” (per ringraziamento).
No all’uso della fototessera nei ricordini, preferendo sempre una foto scattata in un momento di serenità.
Foto dal web
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