Intima, privata, sociale e pubblica: le distanze di conversazione.
L’arte della conversazione impone, in primo luogo, la conoscenza delle corrette distanze da mantenere tra gli interlocutori, sia per evitare di assumere atteggiamenti troppo confidenziali in contesti formali, sia per non creare situazioni discriminanti. Si tenga presente, infatti, che ogni individuo possiede un’area dai confini invisibili attorno al corpo, lo spazio personale, suddivisibile in quattro anelli concentrici (spazio intimo, privato, sociale e pubblico); all’interno di questo spazio, gli estranei non possono accedere tutti allo stesso modo: ogni giorno, se riflettiamo con attenzione, scopriamo di essere costantemente impegnati nel regolare la distanza che ci separa dagli altri.
Le distanze di conversazione prendono il nome proprio dallo spazio personale in cui si svolge la comunicazione tra due persone, e si dividono in:
Intima: va da zero centimetri (contatto fisico ravvicinato) a un avambraccio. È la distanza che simboleggia i rapporti affettivi molto stretti: possiamo percepire il calore dell’altra persona e il suo odore. Si parla, di solito, a bassa voce di argomenti delicati o molto personali.
Privata: la distanza tra gli interlocutori è pari a circa un avambraccio. E’ da riservare esclusivamente a colleghi od amici. Tale distanza è tale da permettere di ritirarsi, se le proposte o l’invadenza dell’altro si fanno troppo insistenti. A questa distanza sono frequenti sguardi reciproci e gesti contenuti.
Sociale: la distanza tra gli interlocutori è pari all’intero braccio. E’ da mantenere nelle relazioni con persone sconosciute o in quelle molto formali, di solito in luoghi pubblici. Tale distanza deve essere tenuta dalle commesse nei confronti dei clienti, oppure dai dipendenti nei confronti del datore di lavoro.
Pubblica: la distanza tra gli interlocutori è pari ad avambraccio + braccio o superiore. Viene tenuta quando si parla pubblicamente a più persone; permette di non fare preferenze durante la conversazione, mantenendo una debita distanza da tutti gli ascoltatori.
Il modo in cui l’uomo usa lo spazio attorno a sé, come reagisce ad esso e come, usandolo, può comunicare dei messaggi di carattere non verbale, è studiato dalla prossemica.
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