Il modo più tradizionale per annunciare le nozze.
Si devono fare in cartoncino bianco stampato di grigio scuro (il nero genera troppo contrasto), blu scuro o seppia.
Il formato classico della partecipazione è 12.5 x 16.5 cm e il cartoncino può essere singolo o doppio; una busta elegante, generalmente, è di colore grigio, bordeaux o verde inglese.
In alto a sinistra compaiono i genitori della sposa, sulla stessa riga.
In alto a destra i genitori dello sposo, sulla stessa riga.
Le madri degli sposi usano il cognome del marito, seguito dal loro cognome da nubile.
Al centro data e luogo della cerimonia, tradizionalmente indicando il solo nome della chiesa (o municipio), senza specificarne l’indirizzo. Questa regola deriva dal fatto che, di solito, l’ indirizzo di una chiesa (o municipio) è sempre facilmente rintracciabile; se così non fosse, tuttavia, è sicuramente preferibile farlo stampare.
Se la cerimonia viene celebrata da un vescovo, sarà necessario indicarlo nel testo della partecipazione.
In basso, al centro, il nuovo indirizzo degli sposi.
Gli attuali indirizzi della sposa e dello sposo, vengono indicati rispettivamente in basso a sinistra e a destra.
La frase di annuncio deve essere semplice, senza avverbi e senza titoli di studio.
Il genitore vedovo non risposato compare da solo.
I genitori divorziati stanno su due righe diverse, senza i nomi dei due nuovi coniugi, se presenti. La madre usa solo il suo cognome da nubile.
Nel caso in cui i genitori siano separati, è meglio non fare le partecipazioni e ricorrere agli annunci, in quanto la situazione è ibrida e non si presta all’applicazione di nessuna delle due regole.
Se gli sposi hanno più di 30 anni, convivono o hanno situazioni famigliari di separazione, comunicheranno il loro matrimonio da soli, tramite annuncio.
Sulla busta della partecipazione, i nomi dei destinatari devono sempre essere preceduti da “Gentilissimo Signor”, “Gentilissimi Signori”. Devono poi essere indicati, esplicitamente, tutti i nomi dei partecipanti (inclusi i bambini), per evitare dubbi e successivi imbarazzi.
L’indirizzo sulla busta deve essere scritto a mano, in bella calligrafia (possibilmente con un inchiostro dello stesso colore con cui sono state realizzate le partecipazioni) e sempre per intero, senza abbreviazioni. Tradizionalmente questo compito dovrebbe essere svolto dalla sposa.
Sulla busta, nell’indirizzo, si omettono titoli accademici e qualifiche professionali mantenendo, facoltativamente, titoli onorifici e gradi militari. Si seguono, in sostanza, le regole del galateo per la corrispondenza privata.
L’indirizzo, inoltre, non deve mai essere scritto al computer o, peggio ancora, su un’etichetta adesiva.
L’invito al pranzo o al ricevimento viene stampato su altro cartoncino (più piccolo) e inserito nella stessa busta della partecipazione.
Mai indicare sull’invito il divieto di portare bambini. Se il matrimonio si svolge al tardo pomeriggio, quando effettivamente i bambini potrebbero stancarsi, allora è possibile consigliare agli invitati di lasciarli a casa, ma solo telefonicamente.
Sempre indicare sull’invito la sigla R.S.V.P. (repondez s’il vous plait), seguita dal numero di telefono; specificare anche l’eventuale dress code, se previsto dal ricevimento.
Le partecipazioni e gli inviti devono rappresentare rigorosamente il tono della cerimonia: non usare partecipazioni formali se il matrimonio sarà informale.
Le partecipazioni non si consegnano mai a mano, ma devono essere sempre spedite almeno due mesi prima (quattro mesi prima, per un invitato che risiede all’estero).
E’ bene prevedere al ricevimento, se possibile, la presenza di tutte le coppie che ci hanno ospitato in precedenza al loro matrimonio: ricambiare un invito è sempre doveroso.
Se un parente anziano preferisce ricevere personalmente la partecipazione dagli sposi è ovviamente accettabile, anzi consigliato, in segno di rispetto, violare la regola per soddisfare la richiesta.
Quando si riceve l’invito, è sempre necessario telefonare agli sposi il prima possibile, per fare le congratulazioni. L’invito impone sempre l’obbligo del regalo.
Quando si riceve la sola partecipazione o il solo annuncio di matrimonio, senza il cartoncino di invito al pranzo o al ricevimento, significa che gli sposi intendono semplicemente informare il destinatario del loro matrimonio; in questo caso non c’è obbligo di risposta (anche se sempre molto gradita), né di regali. A chi non partecipa al ricevimento, tuttavia, è sempre bene offrire un aperitivo prima della cerimonia oppure far pervenire un invito per il taglio della torta.
Nel caso in cui non si possa partecipare al matrimonio, è possibile rifiutare cortesemente l’invito. Questo perché partecipare a un matrimonio richiede tempo e denaro e non può essere un obbligo. Non è necessaria alcuna particolare giustificazione. Sarà un gesto di cortesia degli sposi, comunque, se a conoscenza di eventuali difficoltà, inviare il solo annuncio o partecipazione.
Nella busta della partecipazione non si mette mai il biglietto della lista nozze: dovrà poi essere chiesto dagli invitati agli sposi, per telefono, l’indirizzo del negozio dove è stata depositata la lista. Nel caso si desideri fare della beneficenza invece dei regali, tuttavia, si può unire un biglietto con gli estremi dell’associazione o ONLUS, a cui devolvere il denaro.
Evitare, nel modo più assoluto, di inserire nella busta dell’invito i cartoncini prestampati con le caselle da barrare (“parteciperò“,”non parteciperò“): l’invitato è sempre tenuto a rispondere, ma deve essere una sua libera scelta.
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Esempi.
Partecipazione tradizionale.
Annuncio tradizionale.
Annuncio tradizionale (coppia in convivenza).
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