Un libro banale, che parla di galateo con superficialità.
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Titolo: Il galateo della crisi Autore: Stefano Denti Editore: Imprimatur Data uscita: 22/07/2013 Pagine: 144 Formato: Brossura Lingua: Italiano Prezzo: € 10,50 |
“Il galateo della crisi” dovrebbe essere un manuale dedicato all’analisi delle regole del bon ton nel contesto della situazione economica difficile del nostro paese, che ci spinge a frequentare pizzerie, piuttosto che ristoranti, e a prendere l’autobus, tenendo in garage l’automobile. Un tema che, si presume, stia a cuore all’autore, dal momento che, nella prefazione, sostiene che l’obiettivo del libro è proprio quello di insegnarci (con un pizzico di ironia) a conservare classe ed eleganza, anche in un periodo di crisi economica. Abbiamo acquistato il libro con entusiasmo, curiosi di vedere come Stefano Denti avesse selezionato gli argomenti da trattare: scelta per nulla semplice, a nostro avviso, che avrebbe richiesto una buona conoscenza del galateo di base, una notevole passione per la materia e un attento lavoro di ricerca. L’idea, poi, di divertirci un po’ leggendo un manuale di buone maniere ci faceva molto piacere: apprezziamo molto, infatti, la gradevole ironia della preparatissima Lina Sotis, per fare un esempio, che sa descrivere alla perfezione il galateo delle cene di gala, non dimenticando, però, di sottolineare come spesso siano così noiose da farci pentire di aver partecipato.
Purtroppo ci siamo trovati di fronte a un libro molto poco divertente e scritto da un autore per nulla interessato all’argomento, che si è limitato a prelevare, da qualche manuale, i concetti di base del galateo e a costruirvi sopra tanti brevi ed ironici paragrafi. Il modo peggiore di parlare di un argomento che si non conosce a dovere è quello di nascondere le proprie lacune attraverso la mera retorica: esattamente ciò che avviene in questo libro. Analizziamo, comunque, in dettaglio, gli argomenti trattati. |
Sezione I: vita sociale.
Il capitolo, di trenta pagine, comprende i seguenti paragrafi:
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Sezione II: tutti a tavola.
Il capitolo, di quattordici pagine, comprende i seguenti paragrafi:
Dopo aver liquidato in poche righe il tema del buon comportamento a tavola, invitando a mangiare e bere senza fretta e a non sporcare eccessivamente la tovaglia, l’autore consiglia, per una cena informale tra amici, di scegliere le pizzerie e i ristoranti etnici piuttosto che i fast food. Suggerisce, inoltre, di pagare sempre “alla romana”, anche quando la cifra risultante dalla divisione del conto è superiore al prezzo del cibo della propria ordinazione. Nella seconda parte del capitolo viene trattato superficialmente il tema della cena in casa (propria ed altrui). Il paragrafo “L’importanza delle stoviglie”, che dovrebbe, a rigor di logica, parlare di mise en place, è lungo sedici righe e tratta prevalentemente di candele. |
Sezione III: fitness
In sole nove pagine, ben nove paragrafi
Il capitolo fornisce alcuni cenni di galateo in palestra, invitando poi i genitori a sostituire gli esercizi con il gioco in compagnia dei figli, la cui energia, a detta dell’autore, è “più efficace di dieci personal trainer”. Si parla poi di jogging, disco dance, sport praticato, abbronzatura e spa casalinga. L’ultimo paragrafo è una banale considerazione: ci pensa la crisi a metterci a dieta. |
Sezione IV: mezzi di trasporto.
Il capitolo (dieci pagine) comprende i paragrafi:
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Sezione V: In vacanza.
Comprende i paragrafi:
Il bon ton in spiaggia, così come quello sulla neve, è descritto in modo ironico ma, tutto sommato, abbastanza completo. La gita sul fiume, la scampagnata e il galateo in piscina sono, invece, più superficiali. Le festività avrebbero meritato una sezione a parte: ci sono alcuni spunti interessanti, ma mancano temi importanti come, per esempio, gli auguri o il galateo dei regali. |
Sezione VI: outfit, trucco e parrucco.
E’ suddiviso nei quattro paragrafi:
Questo capitolo dovrebbe coprire i temi dell’igiene personale e dell’abbigliamento: il primo argomento, a parte il solito tono eccessivamente ironico, è trattato in modo discreto; il paragrafo sul dress code, invece, è completamente inutile e si limita ad affermare che la moda è effimera e ciascuno, nel tempo libero, deve vestire come gli pare. Non si parla di abiti di gala o abbigliamento formale. |
Sezione VII: Vita di coppia.
In dieci pagine vengono espresse alcune considerazioni relative ai seguenti temi:
L’autore consiglia allo sposo di scegliere il vestito che gli pare, purché non sia bianco, mentre alla sposa di indossare un velo che non sia un tendone da circo. Riteniamo inutile, dopo queste affermazioni, proseguire la recensione del capitolo. |
Giudizio complessivo |
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Il testo, in tutte le librerie che abbiamo visitato, si trova nella sezione dedicata ai manuali di galateo e, pertanto, lo abbiamo valutato in quanto tale. Non è per nulla un libro sul bon ton bensì, come detto nella parte iniziale della recensione, un banale esercizio di retorica, costruito prendendo spunto dalle regole di buon comportamento senza, però, conoscere a fondo (né apprezzare) il galateo. | |
Originalità | ![]() |
Utilità | ![]() |
Valore didattico | ![]() |
Numero di argomenti trattati |
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Qualità dei contenuti | ![]() |
Completezza dei contenuti | ![]() |
Rispetto delle regole del galateo | ![]() ![]() |
Grafica e impaginazione | ![]() |
Fotografie e illustrazioni |
Non presenti |
Rapporto qualità/prezzo | ![]() |
VALUTAZIONE FINALE | ![]() |
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