Sii dolce con me, sii gentile: affinché l’amore non sia il più grande spreco dell’umanità.
Questa poesia è un piccolo gioiello di Mariangela Gualtieri, poetessa romagnola di grande sensibilità. Se ne avete il tempo, vale veramente la pena curiosare in rete, alla ricerca dei testi delle sue opere.
L’ho scelta, in particolar modo, perché è uno struggente spunto di riflessione su quanto amore sprechiamo, illudendoci sempre che il tempo che ci resta sia molto di più di quello che, ahimè, è in realtà.
Renard.
Sii dolce con me. Sii gentile.
Sii dolce con me. Sii gentile.
E’ breve il tempo che resta. Poi
saremo scie luminosissime.
E quanta nostalgia avremo
dell’umano. Come ora ne
abbiamo dell’infinità.
Ma non avremo le mani. Non potremo
fare carezze con le mani.
E nemmeno guance da sfiorare
leggere.
ci gonfierà i fotoni lucenti.
Sii dolce con me.
Maneggiami con cura.
Abbi la cautela dei cristalli
con me e anche con te.
Quello che siamo
è prezioso più dell’opera blindata nei sotterranei
e affettivo e fragile. La vita ha bisogno
di un corpo per essere e tu sii dolce
con ogni corpo. Tocca leggermente
leggermente poggia il tuo piede
e abbi cura
di ogni meccanismo di volo
di ogni guizzo e volteggio
e maturazione e radice
e scorrere d’acqua e scatto
e becchettio e schiudersi o
svanire di foglie
fino al fenomeno
della fioritura,
fino al pezzo di carne sulla tavola
che è corpo mangiabile
per il mio ardore d’essere qui.
Ringraziamo. Ogni tanto.
Sia placido questo nostro esserci –
questo essere corpi scelti
per l’incastro dei compagni
d’amore.
Mariangela Gualtieri
(da “Mio vero”, in “Bestia di gioia”, Einaudi, Torino, 2010)
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